Alessandro Fossato, Artificial Intelligence & Humanistic Entrepreneurship.

Incontriamo il Fondatore e CEO di Interlogica, un’azienda con alto livello di competenza tecnologica basata su una filosofia Ethic-Hacker e che crede fortemente nella valorizzazione delle persone e delle relazioni.

 

Una cultura hacker, vendete progetti e non prodotti, mettete al centro la persona…Ma di cosa si occupa Interlogica?
Rispondo alla domanda partendo proprio dalle persone. Il nostro background da Hacker Etici ci ha consentito di attrarre nel corso del tempo dei talenti che fossero in linea con una mentalità molto elastica capace di “vedere” dove altri non guardano, e questo in tutte le diramazioni del nostro ecosistema. L’azienda, infatti, si è sviluppata intorno a persone con competenze, percorsi e skill molto variegate, con un denominatore comune caratterizzato da un approccio laterale alle situazioni e alle cose.
Il core business di Interlogica ruota intorno alla “costruzione” di piattaforme digitali sviluppate grazie all’uso di un’ampia gamma di tecnologie, tra cui quelle più di frontiera. Costruiamo soluzioni altamente strategiche e specifiche, e questo proprio perché siamo una “toolbox” di competenze variegate. La nostra forza sta nel realizzare progetti ad hoc, nessun prodotto da scaffale (pronto all’uso per intenderci). Questo aspetto ci colloca sicuramente in una posizione di vantaggio, e ci dà la possibilità di trovare la soluzione migliore per il nostro cliente con la massima libertà di proposizione.
Maneggiare strategie digitali e software all’avanguardia è per noi terreno fertile sul quale sviluppare una cultura umanistica che metta realmente al centro le persone. E non lo dico per dire. L’assetto che ci caratterizza è infatti orizzontale, già di per sé un elemento di competitività, e  fornisce a ciascuno gli strumenti utili per crescere e usare la creatività per fare ciò che ama, creando al contempo valore per i clienti.
Interlogica è, in poche parole, un ecosistema innovativo di persone appassionate che attraverso strategia, consulenza e software, crea futuri sostenibili per altri esseri umani.

Automotive, Cyber Security, Energia, Fintech. Questi alcuni degli ambiti in cui operate. Scopriamo insieme l’universo Interlogica.. 
In relazione a possibili ambiti o settori nei quali fare del business, non ci siamo mai posti dei limiti o dei confini. In pratica ci troviamo a operare ovunque entri in campo la tecnologia, e onestamente al momento non riesco ad immaginare alcuna attività umana dove questa non entri in gioco.
Siamo sicuramente molto forti in alcuni settori, come ad esempio quello Automotive per lo sviluppo di soluzioni nel mondo del Noleggio a lungo termine di flotte di auto – posso affermare che l’80% dei veicoli di quel mercato in Italia arrivano su strada grazie anche a software realizzati da noi.
Volendo scendere nel dettaglio, lavoriamo molto anche nel mondo dell’Energia: grandi repository di dati (Big Data) ci consentono di applicare con successo approcci di Data Science e sfruttare nei progetti tecnologie di Intelligenza Artificiale.
Nel mondo dell’Healthcare ci siamo mossi con lo sviluppo di IA per il Quality Assurance applicato alle linee di produzione del farmaco. Più recentemente in progetti di Digital Healthcare per il supporto ai pazienti e al personale sanitario tramite la costruzione di “Digital Twin” e strumenti specifici per quel settore.
Operiamo anche nell’universo Fintech come sviluppatori di piattaforme software per l’industrializzazione dei processi di recupero crediti o di tesoreria; e anche direttamente attraverso startup specializzate, siamo infatti co-fondatori di MycreditService che opera nel mondo dell’Invoice Management.
In ultima, ma non in ordine di importanza, c’è il contesto della Cybersecurity, radicato nel nostro dna. Questo, gode di una posizione particolarmente importante nella nostra azienda dato che rientra nelle competenze che da sempre mettiamo in gioco in qualsiasi piattaforma sulla quale lavoriamo. 
Non a caso il nostro Team di Cybersecurity interno ha uno skill di specializzazione molto elevato. Grazie a questa Unit forniamo supporto alle PMI nazionali ed estere in ambito sicurezza. Prima di tutto insegniamo alle persone che lavorano nelle aziende ad essere consapevoli, spiegando quali sono i pericoli che si possono correre e presentando gli strumenti di difesa dai cyber attacchi.
Inoltre, facciamo attività diretta di Pen Testing, un test in cui si simulano, in accordo con il cliente, dei veri e propri attacchi per testare le difese messe in atto dall’organizzazione stessa.
Fondate la vostra impresa sull’imprenditoria umanistica. Cosa vuol dire?
Vuol dire costruire un’azienda fondata sulla profonda consapevolezza che, qualunque sia il mercato in cui si opera, l’intelligenza umana è il massimo elemento di espressione e competitività.
È proprio il focus sull’intelligenza che diventa l’epicentro di una trasformazione radicale nel modo stesso di concepire l’impresa e la sua organizzazione: il riconoscimento che ogni essere umano possa esprimersi al meglio e dedicarsi a soddisfare i bisogni più elevati – parlo di quelli psicologici e di autorealizzazione con riferimento alla consolidata piramide dei bisogni di Maslow. Per dirlo in poche parole, lavoriamo alla realizzazione di ecosistemi di lavoro improntati a favorire la naturale emersione delle competenze di ciascuno, ponendo le basi per l’evoluzione e la crescita interna in base alle inclinazioni personali, invece che per ascesa gerarchica.
La nostra è una cultura organizzativa agile nella quale le persone lavorano collaborando in team multidisciplinari all’interno di un contesto che consente di sperimentare e sbagliare senza “punizione” – dagli errori si impara. Si viene così a formare un clima di sicurezza psicologica che agevola la crescita del singolo e abilita, di conseguenza, quella dell’intera organizzazione.
Un approccio di questo tipo favorisce il contributo di ciascuno al  cambiamento continuo divenendo, sempre più, una forma di intelligenza collettiva slegata dalle logiche di  “comando e controllo” ereditate dall’economia industriale e che, pensiamo, non siano più adatte all’epoca in cui viviamo.

Oggi, quanto è difficile fare imprenditoria con questa visione?
Mi vien da dire che ci sono due aspetti sui quali porre attenzione. Il primo è quello delle nuove persone che fanno parte dell’organizzazione. Lavorativamente parlando, la gran parte di noi è stata formata in aziende non umanistiche, capire e fare propria una cultura differente richiede un certo periodo di tempo. Mi viene anche da sottolineare come, una volta ambientati in un contesto di questo tipo, le persone possano avere una certa difficoltà nell’accettare di tornare a lavorare in imprese di stampo gerarchico.
Il secondo, è il punto di vista dell’interazione con i nostri interlocutori. Ci capita spesso di sperimentare una distonia tra il nostro approccio, formato per operare sul fronte dell’innovazione in un mercato in continuo cambiamento, e la cultura organizzativa di alcuni clienti che è cristallizzata in processi di project management non più adeguati alla velocità di evoluzione del nostro mondo.
Essere reattivi ci ha insegnato a convivere anche con questo tipo di situazioni, e abbiamo presto compreso a far convivere questi due modelli. Capita a volte che anche i nostri clienti, col passare del tempo, inizino ad approcciare i progetti innovativi in modo più agile, e questo ci dà grande soddisfazione.
Utilizzate un rivoluzionario metodo nell’assegnazione dei bonus aziendali per i vostri collaboratori. Di cosa si tratta?
Il tema dei bonus aziendali è davvero importante e delicato in un’organizzazione come la nostra. Siamo partiti dal presupposto che nessuno strumento è in grado di “motivare” un essere umano, come nessun “premio” in denaro di migliorarne la creatività o l’intelligenza.
D’altra parte, siamo consci dell’importanza della retribuzione per sopperire ai bisogni di base delle persone e aiutarle così a focalizzarsi in ciò che le appassiona di più. Per questo abbiamo scelto di lavorare su più fronti.
Al posto di ricompensare l’azione di “fare bene il proprio lavoro” – a rigor di logica questo è il motivo per cui lavoriamo, non un optional da retribuire a parte – ci siamo focalizzati nel premiare l’elemento che riteniamo fondamentale per lo sviluppo dell’organizzazione: la collaborazione.
A partire da questo spunto abbiamo realizzato una Web App che si chiama Big UP!.
Ciascun interlogico/a ha a disposizione ogni mese un numero definito di token da dare ai colleghi, accompagnandoli con un messaggio che ne spieghi la motivazione. I gettoni ricevuti si accumulano in un wallet personale. Periodicamente l’azienda ne consente la conversione in “beni” (giornate di ferie, denaro, welfare, e simili). In questo modo la collaborazione si trasforma in valore, per chi dà e per chi riceve.
Un altro fronte è più complesso da realizzare e in Interlogica ci stiamo ancora lavorando.  Si basa sul concetto che chi contribuisce a generare valore ne sia partecipe. In pratica, si tratta di un modello matematico utile a distribuire ad ogni Interlogico/a che ha partecipato a un progetto una porzione della marginalità dello stesso, come extra rispetto alla retribuzione.

È possibile misurare la soddisfazione dei vostri collaboratori? E quanto incide il vostro approccio sulla loro qualità di vita-lavoro?
Crescita e cambiamento continuo ci caratterizzano, ma durante il percorso teniamo sempre il focus sul benessere delle persone. Ci serviamo di diversi strumenti utili in questo senso. Uno di questi è il People Radar, un questionario inviato con cadenza annuale a tutti gli Interlogici/che per sondare la “temperatura” attraverso una serie di quesiti che spaziano tra diversi campi di attenzione. Questo ci consente di raccogliere informazioni utili sullo stato di salute di ciascuna persona e dell’azienda in generale. A seguito del questionario vengono poi organizzati dei colloqui mirati individuali per rilevare eventuali insoddisfazioni e trovare insieme delle soluzioni.
Altre opportunità a disposizione in azienda sono la possibilità di lavorare da remoto, il part-time alle neomamme nella modalità a loro più congeniale per conciliare gli impegni familiari, l’orario di lavoro sempre più flessibile, la possibilità di convertire parte del superminimo per un’auto aziendale, coaching e mentoring, la creazione di percorsi individuali per cambiare ruolo internamente o arricchire il proprio bagaglio di esperienze professionali.

Interlogica è anche Academy. Lo scopo è scovare talenti che si uniscano a voi? Anche chi parte da zero può accedere ai vostri corsi?
L’Academy al momento si sta focalizzando sulla diffusione di cultura ad ampio raggio, sia su argomenti tecnici, come IoT ad esempio, che più umanistici come Agile e Umanesimo Digitale.  Per come l’abbiamo concepita è ancora nelle sue prime fasi di vita, ma sarà sempre più importante per la crescita del nostro ecosistema. Intendiamo renderla progressivamente un servizio di formazione destinato sia agli Interlogici/che, – è importante fornire le giuste “chiavi di lettura” – che a chiunque sia  interessato a formarsi per entrare in aziende simili alla nostra, o che ne vogliano aprire una.
L’IA in quale percentuale è parte del vostro lavoro e quanto sarà predominante nella nostra vita?
Anche se non ce ne rendiamo pienamente conto, l’IA è già fortemente presente nella nostra vita quotidiana, semplicemente usando il cellulare e/o qualche applicazione i nostri dati “nutrono” Intelligenze Artificiali che imparano a conoscerci sempre meglio.
Tuttavia, c’è ancora un enorme potenziale inespresso. Noi vediamo un futuro in cui gli esseri umani saranno in grado di raggiungere un livello di consapevolezza senza precedenti sul mondo circostante. L’Intelligenza Artificiale è decisamente presente nel nostro lavoro, direi che attualmente si attesta su un  25 % circa dei nostri progetti. Tecnologie come IoT – e la gigantesca capacità di raccolta dei dati correlata – sono in crescita costante e presto ci sarà un gran numero di IA in grado di supportare le organizzazioni nell’efficientamento dei sistemi produttivi, nell’ottimizzazione energetica, in campo medico… in pratica, in ogni settore immaginabile. Tutto ciò contribuirà ad elevare gli standard qualitativi delle nostre vite e ci aiuterà a dedicarci sempre di più alla nostra evoluzione.

Quali sono i Paesi in cui opera Interlogica? Siete presenti anche in Albania?
Il nostro business si sviluppa principalmente in Italia, Olanda e Inghilterra e negli anni abbiamo stretto partnership industriali, in ambito di Ricerca & Sviluppo, e con Università italiane ed estere. Recentemente abbiamo aperto una sede in Albania perché riteniamo ci sia un grande potenziale umano. Il progetto è farne un polo per supportare, con le nostre competenze, la crescita di imprese nel mercato albanese e della penisola balcanica.

Siamo curiosi di conoscere i progetti più ambiziosi e rivoluzionari su cui state lavorando.
Se devo citare alcuni progetti ambiziosi direi quelli legati all’uso del Machine Learning, alla costruzione di software in grado di “imprarare”, semplificando, anche se in modo improprio, con il termine “Intelligenze Artificiali”. 
Entrando nel dettaglio. Per un grande produttore di treni a livello globale, nell’ambito di un progetto di costruzione di treni a guida autonoma, stiamo collaborando alla realizzazione di un sottosistema che utilizza dei LIDAR – una tecnica di telerilevamento che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un impulso laser – per riconoscere il paesaggio e rilevare i cambiamenti in corso (es. la crescita di un cespuglio o l’inizio di uno smottamento del terreno),e consentire ai treni di avvisare chi si occupa della manutenzione.
In un secondo progetto in fase di partenza, produrremo l’Intelligenza Artificiale necessaria a rendere a guida autonoma delle grandi gru. Prova a immaginare un treno carico di barre, lastre o rotoli d’acciaio da scaricare in un grande piazzale. La gru deve riconoscere in autonomia il tipo di materiale, il punto di presa migliore e provvedere a scaricare il treno senza alcun intervento umano, garantendo la totale sicurezza delle persone.
Ci sono anche altri progetti più semplici. Ad esempio, un’Intelligenza Artificiale in grado di prevedere il fabbisogno energetico nazionale e del parco clienti per consentire a una società elettrica di ottimizzare l’acquisto di energia. Oppure un sistema che, utilizzando i dati relativi ai clienti di una grande società di servizi, riesce a prevedere quali tra questi stiano pensando, o potrebbero farlo in un prossimo futuro, di passare ad altro fornitore e per quale motivo. Questo crea un vantaggio competitivo per l’azienda che può avviare delle campagne di retention mirate.

Come vi immaginate Interlogica fra cinque anni?
Se chiudo gli occhi ci vedo molto cresciuti in termini numerici, distribuiti in diverse nazioni e impegnati in progetti sempre più ambiziosi e interessanti.
Il mondo muta velocemente sotto i nostri occhi e credo fermamente che investire nella costruzione di un ecosistema stimolante per l’intelligenza umana sia la scelta migliore che si possa fare. Ci impegniamo con determinazione a diventare sempre di più il partner ideale per il cambiamento strategico delle aziende e anche a “Cogliere la sfida di realizzare un mondo in cui umani e tecnologia esprimono il meglio di sé stessi”, come abbiamo espresso chiaramente nel nostro Purpose.

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