La Dott.ssa Elisa Scelsa dirige l’ufficio di Tirana dell’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Dottoressa, ci offre una panoramica dei settori in espansione in Albania?
Se guardiamo ai flussi commerciali 2017, con oltre 2,4 miliardi di euro d’interscambio e bilancio in lieve avanzo, l’Italia si riconferma il primo partner per l’Albania. La nostra quota sugli scambi complessivi è del 36% (in crescita del 10% rispetto al 2016). Forniamo all’Albania poco più del 28% di tutte le sue importazioni, acquistando oltre la metà di tutte le sue esportazioni. Si tratta principalmente di articoli in pelle, articoli di abbigliamento anche in pelle e pelliccia e prodotti tessili collegate al comparto conto terzi. Ci sono poi i macchinari, le attrezzature e i pezzi di ricambio, materiali edili e metalli, prodotti chimici e di plastica, alimenti e bevande, minerali, combustibili ed energia. Interessante il notevole incremento registrato nelle esportazioni di computer, elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali e di precisione per la misurazione. Se si guarda alle attività economiche, il Paese è in crescita, con un tasso che nel 2018 ha superato il 4% del Pil sul quale hanno inciso in modo determinante gli investimenti provenienti dall’estero. Tra questi si ricordano in primo luogo la realizzazione del tracciato albanese del gasdotto transadriatico TAP, consorzio internazionale partecipato anche da SNAM, e il grande impianto idroelettrico di Devoll della norvegese Statkraft. I servizi rappresentano la quota principale dell’economia (47% circa) e hanno registrato tra il 2013 e il 2016 (ultimo anno per il quale si dispone di dati definitivi) una crescita del valore aggiunto superiore al 27%. Il principale apporto proviene dal commercio, seguito da trasporti, informazione e comunicazione, ospitalità e ristorazione. Quest’ultimo comparto è particolarmente interessante tanto per l’effettivo incremento dei flussi turistici registrato negli ultimi anni, quanto per le esigenze di adeguamento delle infrastrutture e degli standard qualitativi. Stesse esigenze si presenteranno nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione anche ai fini dello sviluppo e riconversione dei numerosi call center già presenti nel Paese. Industria e costruzioni seguono con una quota superiore al 21% sul PIL e una crescita del valore aggiunto del 19% circa, particolarmente accentuata nel comparto elettricità, gas, fornitura di acqua e gestione dei rifiuti (+73% circa), seguito dalla manifattura (+25% circa) e dalle costruzioni (+20%). Parliamo di tutti settori in cui le nostre aziende sono altamente specializzate e sufficientemente flessibili per rispondere alla variegata gamma di bisogni di un’economia in evoluzione (energie rinnovabili e green tech, costruzioni e infrastrutture, meccanica, trasformazione tessile-calzaturiera, agroalimentare e chimica). Anche l’agricoltura riveste un ruolo piuttosto rilevante. Con una quota che supera il 20% nella composizione del PIL, il settore presenta interessanti prospettive di sviluppo ed efficientamento, con ottimi presupposti per le produzioni biologiche, frenate però nel breve termine dall’eccessiva frammentazione della proprietà agricola.
Che tipo di richieste le rivolgono le aziende?
Le richieste provenienti dalle aziende italiane riguardano principalmente la ricerca e la verifica di affidabilità di partner locali, l’analisi delle potenzialità di specifici settori, la promozione, il business climate e la normativa locale. Si presta attenzione ai progetti di sviluppo infrastrutturale nel settore dei trasporti, dell’energia e della sanità.
Quali passi dovrebbe compiere il Paese per rendersi appetibile?
La riforma della giustizia è sicuramente un primo passo importante per la credibilità e la sostenibilità del sistema. D’altra parte, secondo le osservazioni dell’Istituto albanese per la cooperazione e lo sviluppo, per attrarre capitali dall’estero il Paese, percepito a rischio, dovrebbe lavorare sulla reputazione, le infrastrutture e la burocrazia amministrativa, utilizzando stimoli fiscali. Effettivamente, la manovra 2019 prevede agevolazioni e un inasprimento del contrasto all’evasione.
Ci parla del nuovo pacchetto fiscale 2019?
Tra le principali novità in vigore il 1° gennaio 2019, c’è l’estensione della fascia di fatturato cui si applica un’aliquota del 5% d’imposta sull’utile (da 5 fino a 14 milioni di Lek), la riduzione dell’imposta sui dividendi dal 15 all’8%, il calo della pressione fiscale sui redditi da lavoro più elevati con l’innalzamento del limite salariale tassato al 23%, che passa da 130mila a 150mila lek, l’annullamento dell’IVA per il settore di perfezionamento attivo e l’importazione di macchine e input agricoli, servizi veterinari e materie prime impiegate nel settore farmaceutico, nonché la riduzione al 6% per i servizi agroturistici e il trasporto pubblico elettrico.
Quali sono le attività promozionali per il 2019?
Per i mesi a seguire il nostro focus promozionale rimarrà su macchine e attrezzature, energia e green tech, infrastruttura e costruzioni, soprattutto attraverso missioni di operatori e giornalisti albanesi ai maggiori eventi fieristici in Italia e alle iniziative organizzate nelle regioni della convergenza con il II Piano Export Sud. Ci sono poi gli appuntamenti della promozione integrata che il Sistema Paese dedica in Albania al design, alla cucina italiana, alla proprietà intellettuale e alla ricerca e innovazione. Tutte occasioni queste che – insieme agli interventi della Cooperazione italiana e al programma dell’Istituto Italiano di Cultura – contribuiscono ad arricchire e intensificare i già solidissimi legami tra Albania e Italia.