Chi è Stefano Borghesi?
Sono il Responsabile delle attività estere del Gruppo PIR, per cui lavoro ormai da 20 anni. Dal 2011 sono Amministratore della controllata LA PETROLIFERA ITALO ALBANESE (PIA). Da qualche anno sono Consigliere della CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA IN ALBANIA, e fin dalla sua creazione di CONFINDUSTRIA ALBANIA di cui PIA è socio fondatore. In passato sono stato membro del board di FIAA (Associazione Albanese degli Investitori Esteri).
Di cosa si occupa il Gruppo PIR?
Il Gruppo PIR fornisce servizi di deposito e movimentazione di prodotti liquidi e solidi, sia sfusi che confezionati. È nato nel 1920 nel porto di Ravenna operando nel settore petrolifero; nel corso degli anni ha esteso l’attività sia come gamma dei prodotti (chimici ed alimentari) sia acquisendo altri terminal portuali a Ravenna e poi a Genova. Negli anni novanta ha investito nel più grande terminal per cereali del Mediterraneo; nella seconda metà degli anni 2000 ha costruito il terminal PIA di Valona ed acquisito una partecipazione del terminal petrolifero SSTC nel sud della Tunisia. In sintesi, siamo dei magazzinieri costieri specializzati, non svolgiamo attività di commercio e nemmeno lavorazioni di prodotto.
Da quando siete presenti in Albania?
Proprio nei giorni scorsi abbiamo celebrato i 10 anni di attività, avendo inaugurato il Terminal il 3 giugno del 2009. Il primo viaggio esplorativo in Albania lo facemmo nel 2002, su invito del Governo locale, desideroso di sviluppare impianti di stoccaggio per carburanti moderni e sicuri.
Come operate?
In Albania, come negli altri paesi in cui siamo presenti, forniamo soluzioni per lo stoccaggio e la movimentazione di prodotti dei nostri Clienti; siamo l’unico terminal indipendente, cioè non gestito da operatori che svolgono anche commercio (al contrario dei depositi petroliferi di Porto Romano). Siamo il solo terminal del paese che vanta accesso marittimo, stradale e ferroviario. Prima dell’esistenza di PIA, le navi venivano ormeggiate nel porto commerciale di Valona, affianco ai traghetti, e scaricavano o caricavano i loro prodotti direttamente su camion, a poca distanza da passeggeri e turisti, quindi in un contesto molto rischioso. Dal 2009 questo traffico è gestito da un terminal fuori città, sicuro e specializzato come il nostro. Oltre al miglioramento della sicurezza e delle tutele per l’ambiente, gestire l’import ed export di prodotti petroliferi tramite un deposito costiero come PIA, che ha un presidio della Dogana Albanese sempre presente, origina benefici anche per il fisco albanese. C’è infatti un controllo scrupoloso sulla quantità delle merci che riceviamo e che riconsegniamo (il Terminal è dotato di elevata automazione è di strumenti di misura fiscale) su cui lo stato percepisce tasse. Mi riferisco alle accise e all’ IVA sui carburanti importati dai nostri clienti e alle royalties che lo stato incassa sul petrolio greggio che viene esportato tramite PIA. Tutto ciò, in 10 anni di attività in cui abbiamo movimentato complessivamente 9 milioni di tonnellate di prodotti, ha originato un gettito per il fisco albanese di oltre 80 miliardi di Lek. Credo che prima di PIA questi introiti fossero inferiori, e non soltanto a causa dei minor volumi commercializzati…
Tornando alle modalità di accesso del nostro terminal vorrei evidenziare che in 10 anni abbiamo operato 1.000 navi: siamo fieri di questo dato che dimostra quanto il nostro porto sia sicuro e protetto. C’è un secondo punto di cui siamo molto contenti in tema di modalità logistiche. È quello ferroviario: nel dicembre scorso è stata finalmente attivata la ricezione del petrolio greggio via treno (prima veniva trasportato in PIA a mezzo autobotte). In questi soli 5 mesi abbiamo operato oltre 250 treni: se si considera che come capacità di trasporto ogni treno equivale a più di 20 autobotti è facile comprendere i benefici concreti in termini di riduzione del traffico pesante su strada, minor inquinamento prodotto, etc.
Progetti di espansione?
Abbiamo ampie aree libere per accogliere forti espansioni dell’infrastruttura esistente per sostenere nuove esigenze logistiche ed energetiche delle economie albanese e dei Balcani meridionali, potendo costruire ulteriore capacità di stoccaggio e realizzare nuove attività di logistica. Il nostro porto può essere ampliato costruendo un secondo approdo per navi gasiere e petroliere; vi è un’area apposita in cui realizzare una banchina lunga 500 metri per gestire nuovi tipi di merci. L’attuale profondità del nostro bacino portuale di 10 metri può essere approfondita fino a 15 metri per consentire la piena operatività di navi di grandi dimensioni. Tutto questo è anche previsto dalla nostra legge di Concessione (approvata dal Parlamento nel 2004) e sarà realizzato in funzione delle esigenze della nostra clientela e degli operatori presenti.Un contesto politico un poco più stabile sarebbe un elemento che fungerebbe da acceleratore, per il possibile sviluppo del nostro settore e per il consolidamento della crescita economica, condizioni che renderebbero l’Albania ancor più attraente per gli investitori stranieri. Da qualche tempo il paese sembra attraversare una fase particolarmente delicata, le dispute a cui assistiamo nella politica stanno forse rallentando alcuni processi di riforme e non facilitano il percorso verso l’integrazione nell’unione Europea. L’instabilità politica è un ostacolo al buon funzionamento della pubblica amministrazione.
Vantaggi e criticità del mercato albanese.
Tra i vantaggi evidenzierei un’economia in crescita costante da anni e che conserva grandi margini di sviluppo; sono altrettanto elevati i margini di crescita dei consumi pro capite, ancora molto distanti da quelli dei paesi UE. Il paese si sta dotando di importanti infrastrutture che produrranno ulteriore spinta alla crescita; ha rapporti di profonda amicizia con l’Italia ed è raggiungibile comodamente con un’ora di volo da numerosi aeroporti italiani. Quello albanese è un popolo poliglotta e particolarmente accogliente. L’Ambasciata Italiana garantisce ascolto costante a tutti gli imprenditori italiani presenti e in questi anni ci ha dato un supporto fondamentale nel dialogo col Governo. Analogo prezioso aiuto ci è stato dato con l’amministrazione locale dal nostro Consolato Generale di Valona. Le stesse associazioni di categoria come CONFINDUSTRIA e CCIA svolgono attività di importanza crescente e di cui non potremmo fare a meno.
Per quanto riguarda le criticità citerei alcuni dei problemi maggiori di questi anni: i lavori di costruzione iniziarono con due anni di ritardo a causa di rivendicazioni illegali sulla proprietà del terreno vendutoci dallo Stato. In generale gli operatori petroliferi locali hanno mostrato scarsa disponibilità ad usare i nostri servizi, poi hanno coinvolto l’Autorità Antitrust per cercare di imporre a PIA di praticare condizioni di favore. Nel 2011 il Terminal è stato bloccato per 3 mesi a causa di un’interpretazione errata della legge che regola le vendite al dettaglio, un errore per il quale il Governo ci ha successivamente risarcito, ma quello e altri eventi hanno allontanato nostri clienti importanti come l’ENI. Abbiamo ancora alcune questioni importanti irrisolte nonostante siano stati raggiunti accordi specifici col Governo. Il sistema giudiziario non offre garanzie adeguate a chi svolge il proprio mestiere nel rispetto delle leggi. A volte abbiamo percezione che le impresestraniere siano penalizzate, chenon competanoesattamente ad armi pari con quelle albanesi. Noi crediamo che l’unica cosa possibile sia lavorare onestamente, nel rispetto della legge, e con passione per il nostro lavoro.
Questi primi 10 anni di attività in Albania sono stati piuttosto intensi e “stimolanti”, ma questo sperabilmenteci ha permesso di accrescere la nostra esperienza.. Con un po’ di fortuna, nella prossima decade avremo possibilità di dedicarci maggiormente allo sviluppo del nostro lavoro e non a problematiche straordinarie in uffici pubblici o in aule di tribunali. La riforma del sistema giudiziario non va forse rapidamente come vorremmo e potrà avere qualche parte perfettibile ma prima o poi produrrà benefici. L’ ingresso nell’Unione Europea segnerà una svolta importante per incrementare il benessere socio-economico.